“I CINQUE TEMPI”, 2011
Installazione - Terra, mobile a specchio, voiture d’enfant, ferro, ferro dipinto, flaconcini d’inchiostro, filo a piombo, cera.
Misure: cm. 140 x 200 x 200 circa
Installazione - Terra, mobile a specchio, voiture d’enfant, ferro, ferro dipinto, flaconcini d’inchiostro, filo a piombo, cera.
Misure: cm. 140 x 200 x 200 circa
L’opera si relaziona al testo poetico di Giovanna Frene tratto da TRIADE 1990 (in STATO APPARENTE, LietoColle, 2004) nella rassegna DaVerso, Milano Spazio San Carpoforo.
Come in una sorta di teatro della parola, gli attori oggettuali di questo lavoro mettono in scena il testo poetico di Giovanna Frene. Non come in una narrazione o in un racconto, ma evocando le intenzioni e i misteri della scrittura. Limpida, netta, in equilibrio tra l’esistenza e la non-esistenza, precisa come un segno d’acquaforte, capace di una memoria reversibile come una matrice.
Così gli elementi dell’opera giocano in silenzio, in sordina, tesi all’ascolto, sospesi in un tempo che ha le declinazioni del processo ritmico del ricordare, dell’andata e del ritorno, sino all’annullamento di quello che è fine e di ciò che è principio. Sincroni sono i numeri del tempo, così come identica è la doppia struttura del cammino.
Come in una sorta di teatro della parola, gli attori oggettuali di questo lavoro mettono in scena il testo poetico di Giovanna Frene. Non come in una narrazione o in un racconto, ma evocando le intenzioni e i misteri della scrittura. Limpida, netta, in equilibrio tra l’esistenza e la non-esistenza, precisa come un segno d’acquaforte, capace di una memoria reversibile come una matrice.
Così gli elementi dell’opera giocano in silenzio, in sordina, tesi all’ascolto, sospesi in un tempo che ha le declinazioni del processo ritmico del ricordare, dell’andata e del ritorno, sino all’annullamento di quello che è fine e di ciò che è principio. Sincroni sono i numeri del tempo, così come identica è la doppia struttura del cammino.