"MACCHINA PER SCRITTURA - I CORPI DEI CRISTI”, 2013
Installazione - Stampo per ostie sacre, pane azzimo, condoms, ferro.
Misure: cm.30 x cm.30 x cm.112
Misure: cm.30 x cm.30 x cm.112
L'opera è esposta presso Villa Burba, a Rho, all'interno della mostra "The last last supper. Leonardo e la visione ritrovata".
“Ma se questi sensi e questi significati appaiono così intimi e spirituali, guai a quello spirito che dimentica che l’esser-pietroso è nell’edificio, così come l’esser marmoreo è nella scultura, l’esser colorato è nell’affresco, la vocalità nell’opera in parole, la sonorità nell’opera musicale, e tutto ciò perché l’uomo è carne, e non si può esprimere e dar forma a nulla di spirituale se non nella fragilità della materia.”1
Essere è nel corpo. Possiamo scegliere se nutrire l’anima o la carne; ma ho imparato che dove non c’è anima la carne muore. Sfamare il proprio corpo è anche saziare le proprie necessità spirituali, sostentare il proprio pensiero, alimentare la propria mente; è per tutti memoria della possibilità di esprimersi solo in una trascendenza, consapevoli della precarietà della materia artistica e di quella umana. Nutrire il pensiero è principio dell’operazione artistica, là dove Soma, Mente e Spirito incarnano la sacralità, il rito della vita.
La “macchina” scrive questa parità, una sorta di categoria ‘altra’ di celebrazione possibile. La ‘fame’ del corpo, in tutte le sue esigenze, è anche ‘materia’ di Spirito, desiderio dell’altro, bisogno di condivisione, istinto di sopravvivenza, necessità di tutela e solidarietà, brama di qualcosa ancora da consacrare, oltre i rituali e le leggi della morale.
“L’ipotesi della trasformazione è il principio della speranza, e l’annuncio che il presente fa del futuro (…), in avanti come l’obiettivo del desiderio, che fa del dolore non lo sfondo di una rassegnazione nichilista, ma lo stimolo per un sogno possibile.”2
1 Umberto Galimberti, Orme del sacro, Feltrinelli, Milano 2000, p.140.
2 Ivi, p.306.