Maria Cristina Galli
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"Notes on the dark side of the moon”, 2019   
Scrittura braille e inchiostro di china su carta, acrilico su legno, teca in plexiglass.
Misure: cm.50 x cm.90 x cm.20
L'opera è stata esposta presso Fucina 11, a Milano, all'interno della mostra "Ci siamo arrivati dopo".

Un libro. Una sorta di diario di viaggio con dati e coordinate, riflessioni, impressioni e liberi pensieri su quello che è comunemente inteso come il lato nascosto della Luna. La regione dell’inesplorato che resta inconoscibile anche allo sguardo, e che rappresenta di fatto il mistero del possibile.

Il testo in Braille può essere esperito solo tramite il tatto, ma la teca che custodisce il libro impedisce qualsiasi contatto. Le pagine sono scritte da entrambi i lati e ciò rende illeggibile visivamente la pagina anche da chi conosce l’alfabeto braille, i rilievi del fronte intrecciati alle depressioni del retro. Le pagine sono dipinte con inchiostro di china, strumento elettivo di calligrafia, che di fatto costituisce una sovrascrittura, che diventa stesura, senza alfabeto né grammatica. E che rende il libro un oggetto, una sorta di scultura che, sappiamo, può essere letta con gli ”occhi” delle dita.
​
Viene stabilito un territorio di relazione tra il visuale e la scrittura, sull’evocazione di una potenzialità di senso; dunque tracce, registri, spettri per, come dice Derrida, “pensare al non vedere” e dunque a un «vedere senza vedere niente», in un silenzio smaterializzato che solo l’attesa può suscitare.

Il marrone è un colore lento (ArtApp.it)       

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